Iperico, pianta magica ieri e oggi

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In questi giorni non si può non parlare dell’iperico, “pianta di San Giovanni” o “scacciadiavoli”.

Tradizionalmente all’iperico si riconoscevano poteri magici in grado di allontanare le entità maligne. Durante il Medioevo era usanza bruciare un ramo di iperico o appenderne un mazzo sulla porta di entrata, quando si credeva che il diavolo si fosse installato in una casa. Era anche utilizzato come amuleto da portare addosso, sempre con lo scopo di tenere lontani i demoni.

Nella medicina popolare l’iperico è da sempre riconosciuto per le sue proprietà cicatrizzanti e per la sua grande capacità di curare per uso esterno piaghe (anche da decubito), ulcere, ustioni, abrasioni, scottature ed eritemi solari, crampi e sciatica. L'oleolito è ottimo anche per le irritazioni da pannolino e ha un potente effetto antirughe: spalmatelo però esclusivamente alla sera, in quanto è fotosensibile e può macchiare la pelle.

 

COME E DOVE RACCOGLIERLO

E’ una pianta solare, legata al Sole. Per questo, oltre che nel tradizionale giorno di San Giovanni (24 giugno), la raccolta può essere effettuata sempre in pieno sole nel giorno di domenica. La fioritura può variare a seconda della zona, da maggio ad agosto.

Cresce negli incolti erbosi esposti al sole, lungo i bordi delle strade, nelle boscaglie e nei luoghi asciutti, per lo più in gruppi.

Per la raccolta vi invitiamo, come per tutte le piante, a raccogliere solo la quantità necessaria e solo la parte utile, in questo caso le sommità fiorite. Rispettando la pianta, essa avrà modo di rigenerarsi e ci ricambierà offrendo altri fiori e continuando a svolgere il suo prezioso ruolo nella biodiversità.

 

COME PREPARARE L’OLEOLITO DI IPERICO

Nel libro dei rimedi di Madame Fochetti (1731) si trova questa ricetta dell’ “olio rosso” o oleolito di iperico:

“Raccogliete l’erbe verso il tempo di San Giovanni sul mezzo giorno, et avvertite, che di tré, o quattro giorni avanti non sia piovuto, poi nettatele bene, et fatele asciugare all’ombra frà due pezzi per lo spatio d’una notte, dopo questo le farete bollire in un vaso di terra vitriato con l’oglio d’oliva fino alla diminuzione della terza parte: colatela per una pezza, e spremetelo ben forte, e conservate quest’oglio in una caraffa, per servirvene al bisogno, che quando verrà, lo farete scaldare, e con esso fregherete le parti afflitte: per impedire gli aborti si ungono le anguignalie il nono mese, et istessamente il settimo se vi fosse qualche timore d’abortire.”

La semplice procedura per ottenere un oleolito fatto in casa è la seguente: i fiori freschi vanno messi in un vasetto di vetro, e ricoperti di olio vegetale (girasole, o comunque un olio che non irrancidisca facilmente). Si chiude il contenitore e si espone al sole per 40 giorni circa. Già dopo qualche giorno l’olio assume un’intensa colorazione rosso rubino, dovuta all’ipericina contenuta nei fiori. Ruotare ogni tanto il vaso e togliere eventuale condensa interna con un panno. Alla fine del periodo di esposizione, filtrare e imbottigliare in un flacone di vetro scuro.

Per quanti non avessero la possibilità di prepararlo, consigliamo comunque di averlo sempre in casa come parte di un "pronto soccorso naturale". Qui puoi acquistare il nostro oleolito.

 


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